Giorno 140 – ore 11.18 – Uno spettacolo spaventosamente reale

Fai come No Name: cambia la tua vita con un DONG!
Come sempre, “iniziamo dall’inizio”!
Il risveglio di stamattina sapeva di casa… Il vociare delle persone che vanno al lavoro e che chiudono le portiere delle automobili, le risa angeliche dei bambini… mi sembrava fosse tutto tornato alla normalità… invece, come ho aperto gli occhi, e mi sono fermato a fissare il soffitto, mi sono accorto che non c’erano persone che andavano a lavorare, non c’erano portiere che sbattevano, nè bambini che ridevano: soltanto dei fottuti zombie che picchiavano i loro orrendi pugni contro le macchine e le grida demoniache dei non morti!

Ho aperto la finestra e li ho visti: una quindicina di maledetti zombie che cercavano di sfondare le mie difese, chiaramente attratti dal mio odore e dalla traccia che avevo lasciato col furgone.
Ho capito subito quello che avrei dovuto fare e l’ho fatto, senza pensarci due volte. In 5 minuti ero in piedi sulla barricata, fucile spianato, pronto a fare fuoco su quell’orda di merda! è stato facile eliminarli: più vedevo il sangue e il cervello schizzare dalle teste che centravo, più mi esaltavo e mi motivavo a eliminarli uno dopo l’altro.
Quando ho finito, un lago viola ricopriva la strada al di là delle auto-barriere, e un olezzo nauseante aleggiava nell’aria. Peggior risveglio non poteva accadere. Ora, però, grazie ai punti XP che sto accumulando, riesco a reagire più prontamente alle minacce (e non vomito più).
Dopo la carneficina, ho avuto paura di essere circondato e che fosse troppo tardi.

L’unica soluzione per esserne sicuro era andare sul campanile di Poncarale e osservare da lì la situazione a distanza di sicurezza. Recuperato un binocolo sono salito sul sagrato della chiesa; ho trovato il portone chiuso e avrei dovuto, dunque, forzare anche quello. Scassinare l’entrata di una chiesa non mi sembrava la cosa più opportuna da fare, nonostante io non fossi un grande frequentatore… mi sono ricordato dai miei anni da chierichetto che la chiesa era accessibile anche dalla casa del parroco lì accanto, così ho scavalcato la ringhiera della canonica e sono passato attraverso la casa, più facilmente violabile rispetto ai portali antichi di una chiesa.
Entrato in quel luogo sacro non è stato facile raggiungere le scale a chiocciola che portano alle campane completamente al buio; ma tra un banco rovesciato e qualche candeliere ribaltato, sono riuscito a raggiungere il campanile e salire in cima. Le campane erano enormi, non sembrava da sotto. Sapere di essere così in alto, anche senza dover guardare giù, mi dava i brividi. Quello che ho visto quando mi sono sporto dalla balaustra è indescrivibile: centinaia di zombie si muovevano all’unisono, come i topi del pifferaio magico… in questo caso, però, il pifferaio, era la scia lasciata dal mio furgone.

DONG!

Non ho capito più nulla.

DONG!

Il suono delle campane nelle orecchie mi stordiva. Chi cavolo le aveva fatte suonare??? Erano mesi che stavano in silenzio!

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